FONDO PERSEO: OPPORTUNITÀ O GRANDE FREGATURA PER LA POLIZIA LOCALE?
Carissimi Colleghi,
a caldo avevo commentato l’accordo che i nostri grandi sindacati hanno sottoscritto lo scorso 21 febbraio.
Purtroppo la delusione, già enorme ad una prima superficiale lettura, è aumentata giorno dopo giorno.
Arrivato poi all’art. 56-quater, ho notato che mi si aprivano i bulbi piliferi sul mio cranio notoriamente pelato ed iniziava ad uscirmi fumo dalle narici quando comprendevo che i nostri simpatici amici sindacalisti di professione, con consumata astuzia, inserivano l’obbligatorietà di far confluire le eventuali somme destinare alla previdenza complementare (ex art. 208) nel fondo di comparto denominato “SIRIO/PERSEO”.
In questi giorni, anche a seguito di un sondaggio sul gradimento del nuovo accordo che ho lanciato sulla pagina Facebook “Movimento Polizia Locale” dove su ben 1.000 votanti, il 93% dei colleghi si è dichiarato scontento, si sono scatenate accese discussioni e sono comparsi in rete altri articoli che condannavano nettamente il contenuto complessivo di tale accordo.
I pochi coraggiosi sindacalisti che cercavano di spiegarne la bontà anche su mia espressa richiesta si cimentavano in lunghe conclusioni di fisica quantistica applicate ad algoritmi incomprensibili per farci credere che il fondo SIRIO/PERSEO è cosa buona e giusta!
Non nascondo la mia ignoranza in materia e non vorrei essere frainteso, non voglio dire che questo fondo sia una ciofeca (anche se lo sospetto), ma mi ha enormemente indispettito l’inserimento dell’elemento dell’obbligatorietà e la conseguente trasformazione del mio TFS (trattamento di fine servizio) in TFR (trattamento di fine rapporto) o rinunciare ai fondi ex art. 208.
Ho preso in esame il mio profilo personale, che dagli esperti viene definito “dinamico” in quanto prevedono (effettivamente ammetto di auspicarlo) delle progressioni economiche importanti dovute anche a futuri concorsi per progredire di livello.
Al netto di questa premessa è importante ora capire quali sono le regole che sono applicate al TFS e quali al TFR.
Per far comprendere ad altri comuni mortali come me che di economia (fallimentare) non sono esperti, per semplificare posso dire che il TFS verrà calcolato sugli ultimi anni di reddito e il TFR invece verrà calcolato sull’intera carriera economica del singolo lavoratore.
Per intenderci se io dovessi andare in pensione con uno stipendio dirigenziale o con il nuovo e appetitoso livello D7 (ma chissà che nel frattempo arriveremo al D50) e decidessi di aderire al PERSEO, il calcolo non verrà fatto su quest’ultimo livello ma sulla media dei livelli, che per quanto mi riguarda, per vent’anni sono stato in categoria C (massimo C3 a causa di iniqui accordi sindacali).
Decidevo di rivolgermi ad un esperto di economia, il quale molto candidamente mi diceva che il passaggio da TFS a TFR a me personalmente non conveniva.
Orbene, al netto del fatto che non capisco per quale motivo devono essere introdotte norme e calcoli così difficili per una questione davvero importante come la pensione di ciascuno di noi, non nascondo che ho subito pensato a male e le domande si sono impossessate e hanno intasato la mia (limitata) materia grigia.
Perché non introdurre semplici regole comprensibili da tutti in base alle quali poi valutare le singole scelte personali? Questi arzigogolati articoli sono stati inseriti per non far comprendere il trucco o l’inganno?
Perché inserire tale obbligo nell’art. 56-quater quando é pacifico che a molti lavoratori il passaggio da TFS a TFR non sarà conveniente?
Dovremmo credere alla favola che il TFR (introdotto retroattivamente per tutti i colleghi assunti dal 2001 da un altro nostro caro amico di nome Monti che ci ha tolto l’equo indennizzo) è più conveniente del TFS?
Dovremmo quindi credere che l’ex. Ministro Monti e la sua amichetta piagnona (che hanno partorito, tra le altre, una riforma sulle pensioni disastrosa), ci avrebbero dato qualcosa di migliorativo?
Monti & Fornero SPA, che hanno creato una nuova figura mitologica nel mondo di mezzo, né lavoratori né pensionati, che qualche fantasioso titolista ha denominato “esodati”, condannati nel limbo, ora ci venivano a dare qualcosa in più a noi?
Ragazzi, ma davvero pensate che siamo tutti coglioni?
Dovremmo fidarci quindi di gente che dice di rappresentarci e ci manda in pensione a 70 anni mentre loro si fanno le proprie leggi migliorative e rubano i soldi dei propri iscritti per farsi crociere e vacanze alla faccia nostra?
Carissimi colleghi, purtroppo vi dico che vi conviene affidarvi (che brutta parola) a esperti economisti, che non siano in conflitto di interessi come lo sono gli esponenti delle organizzazioni sindacali firmatarie, non fosse altro perché ora si trovano a dover difendere ciò che hanno firmato.
Ma è normale vivere in un paese con regole del genere?
Essere obbligati a fidarsi perché i calcoli sono semplicemente assurdi e scoprire che una ottima cosa si potrebbe rivelare tra qualche tempo come una schifezza epocale?
Perché il nuovo accordo siglato in Friuli Venezia Giulia (Regione a statuto speciale) non prevede tale obbligo?
In queste ore girano interpretazioni autentiche per arginare in danni, dove i firmatari si affrettano a nascondere tale obbligo che continua a permanere. Tale azione mi fa rendere sempre più conto di quali scorrettezze sono capaci i sindacalisti di professione che tra l'altro costringono quelli in trincea, a raccontare assurdità ai colleghi sui territori.
Togliete immediatamente l’obbligo di destinare i fondi derivanti dal 208 al Perseo, così come hanno fatto i friulani.
Trascinerò tutti i responsabili in tribunale perché non consentirò che questa porcata mi danneggi ulteriormente e invito tutti a valutare bene la propria posizione e tutelarsi.
In bocca al lupo, anzi no, al Perseo!
Fabrizio Caiazza
Milano, 1 marzo 2018
Fabrizio Caiazza
Milano, 1 marzo 2018
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