ECCIDIO DI BARLETTA - STUDIARE LA STORIA PER CONOSCERE LE COMPETENZE DELLA POLIZIA LOCALE E NON FARE BRUTTE FIGURE

IL 12 SETTEMBRE 1943 I NAZISTI FUCILANO 10 VIGILI URBANI QUALE PRIMA RAPPRESAGLIA CONTRO L'ARMISTIZIO DELL'OTTO SETTEMBRE


Dopo la firma dell'armistizio, mentre le teste turrite ed i generali di Badoglio scappavano senza dare ordini precisi su come difendere il nostro paese dalla ferocia nazista, moltissimi Vigili Urbani che non avevano subìto lo scioglimento dei loro rispettivi Corpi d'appartenenza, restavano a difendere le nostre città cercando di scacciare gli invasori, accanto alle guardie di pubblica sicurezza (la futura Polizia di stato), ai soldati e ai partigiani italiani.

A Barletta in particolare si registra in assoluto il primo tentativo di resistenza organizzata per scacciare l'invasione tedesca e la relativa sanguinosa rappresaglia nazista che assassina proprio 10 Vigili Urbani considerati forse gli autori materiali dell'uccisione di due nazisti oppure semplicemente individuati quali rappresentanti in divisa della comunità locale.

epitaffio che riporta i nomi dei 10 vigili urbani e dei 2 netturbini fucilati dai nazisti

Per chi non lo ricorda, nell'Italia fascista, i sindaci divennero “podestà” ed il fascismo, fondando nel 1925 il “Corpo Metropolitano di Pubblica Sicurezza” intendeva sopprimere i Corpi dei Vigili Urbani nelle varie città, perché ritenuti politicamente troppo vicini al pensiero socialista e probabilmente i nazisti nell'eccidio di Barletta, avevano voluto dare un segnale forte a tutta la comunità locale, fucilando i rappresentanti in divisa della città, soffocando nel sangue quel tentativo di resistenza.

Dopo l’8 settembre 1943 si consumarono invero molti altri atti criminosi ed i Vigili Urbani, armati di moschetto, in divisa ed in borghese, continuarono a pattugliare le nostre città, che erano state sconvolte dalle stragi naziste, percorse da bande di rapinatori e di borsari neri, saccheggiata dai soliti volgari sciacalli, che approfittarono dei disordini per cercare di arricchirsi.

Milano, 1943 -  Vigile viabilista con un collega motociclista presta servizio, insieme a due Vigili del Fuoco 
per spegnere gli incendi che divampavano a causa dei bombardamenti

Negli anni dell'immediato dopoguerra, soprattutto grazie alla presenza della Vigilanza Urbana,  da sempre ritenuta più distante dal potere centrale e quindi non ricollegabile al nazismo e al fascismo, in Italia ricomincia la ricostruzione in un clima di ritrovata democrazia che, in particolare nei Vigili Urbani vede una risposta per un'ordinata e civile convivenza.
Come abbiamo fatto a dimenticare tutto ciò?  Quanti di noi conoscevano questa storia, come è possibile che tanti colleghi mnemmeno la conoscono? Perchè non abbiamo memoria storica?


Oggi, 12 settembre 2017, in occasione del 74° anniversario dell'eccidio di Barletta, il più  sanguinoso evento ai danni della categoria, vorrei soffermarmi sull'importanza della conoscenza storica per comprendere meglio la nostra figura professionale al fine di ritrovare un'indentità chiara per la Polizia Locale in Italia.

Perché accanto alla festa del nostro santo patrono non commemoriamo da Nord a Sud date importanti come il 12 settembre che ha un valore simbolico enorme intorno alla quale i colleghi di tutta Italia possono finalmente ritrovarsi ed unirsi in un sussulto di orgoglio e senso di appartenenza?

In questi pochi anni nei quali mi sono cimentato a ricercare le motivazioni che ci hanno portato in questo pantano normativo che avvolge la categoria, ho compreso purtroppo che in troppi, anche appartenenti alla categoria, hanno speculato, alimentando divisioni e battaglie interne che hanno avuto l'unico risultato di aumentare la confusione sul nostro ruolo sociale.

Troppo spesso mi sono sentito dire "i vigili devono tornare a fare i vigili"... ma che cavolo vuol dire questa frase?

Quali sono le competenze della Polizia Locale, ma soprattutto cosa non ci compete?
Non ho un risposta purtroppo a questa centralissima domanda, ma non mi trovo d'accordo con quanti in questo periodo, sbagliando clamorosamente nella comunicazione con la stampa e le istituzioni, ci dipingono come coloro i quali non vogliono difendere i cittadini, allontanandoci ancora una volta dalla figura di angeli custodi delle nostre città. 

Di sicuro la vera questione gira intorno agli stumenti che (non) ci vengono messi a disposizione e alle nostre tutele, ma stiamo combattendo tutti insieme per chiedere le stesse cose per la categoria?

Basta divisioni e come ho fatto nel gennaio 2014 per commemorare il secondo anniversario dell'assassinio del nostro Nicolò Savarino ucciso, non da un SUV come in tanti hanno scritto in questi anni, ma da un volgare criminale già in libertà,  chiedo che tutti i colleghi d'Italia, il 12 settembre 2018, in occasione del 75° anniversario dell'eccidio,  invadano pacificamente la città di Barletta, senza bandiere e senza colori, ma con un unico cappello: quello della Polizia Locale!


due momenti della manifestazione a Milano in cui più di 3000 colleghi provenienti da tutta Italia hanno voluto ricordare Nicolò Savarino, brutalmente assassinato il 12 gennaio 2012



Fabrizio Caiazza
Milano, 12 settembre 2017


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